di Querciolo Mazzonis
In allegato il testo completo, con le note
Abstract in italiano
Come altre mistiche tardo medievali, quali Angela da Foligno o Caterina da Siena, Angela Merici era considerata una “santa viva” in virtù del suo misticismo, della sapienza teologica, delle doti umane e della partecipazione alla vita cittadina. L’originalità e il genio di Angela risiedono tuttavia nella fondazione della Compagnia di Sant’Orsola, perché in quel contesto ella mise in pratica la sua teologia, traducendo la propria esperienza e le proprie idee spirituali in uno specifico modello di vita religiosa per donne. La compagnia proponeva a queste ultime una forma di consacrazione alternativa al monachesimo, da vivere nelle proprie case. La forma di vita di Angela era anche innovativa in quanto individuale, interiore, trascendente, democratica e scevra da elementi istituzionali.
Dal punto di vista della “storia delle donne”, la compagnia di Angela ha un’importanza particolare. Anche se radicata nell’ideologia di genere dell’epoca, la compagnia offriva infatti alle orsoline la possibilità di vivere oltre i limiti imposti alle donne. In una società in cui la donna doveva scegliere tra matrimonio e convento, l’orsolina era un’anomalia, l’antesignana della donna single. Inoltre, il modello di vita religiosa proposto dava alle donne indipendenza sia a livello spirituale che sociale, in quanto l’orsolina era libera di definire la propria relazione con il divino e la compagnia era un’organizzazione auto-sufficiente composta e gestita solo da donne, alle quali venivano anche offerte opportunità di visibilità sociale tramite ruoli attivi nella comunità. La regola considerava l’orsolina come un individuo, il cui intelletto, volontà e affettività erano rispettati.
Il contesto più rilevante per comprendere Angela Merici, la sua compagnia e il suo pensiero religioso sia l’esperienza delle donne religiose tardo medievali. La relazione con il “sacro” proposta negli scritti normativi della Compagnia di Sant’Orsola mostra molti tratti in comune con quella espressa da donne che fin dal medioevo vissero una vita devota fuori dal convento, e cioè le beghine, le terziarie, le pinzochere e le recluse. Il contributo più originale di Angela alla storia della religiosità femminile consiste nell’averne codificato i tratti più “radicali” in una regola religiosa.
La regola di Angela, tuttavia, mostra anche aspetti comuni con alcuni ambienti e individui religiosi che promuovevano un modello di religiosità interiore e individuale che non dava importanza agli aspetti istituzionali ed esteriori (come la devotio moderna, Battista da Crema, i barnabiti, ecc.). Questo modello spirituale emergeva in un contesto culturale in cui si compiva una ridefinizione del concetto di individuo in senso più “moderno”. Promuovendo questa spiritualità Merici offriva alle orsoline la possibilità di avere un’esperienza profonda del proprio sé e della propria umanità nella sfera religiosa.
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