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Periodico
Sant'Angela e la Bibbia

di Giuseppe Scimè
In allegato il testo completo, con le note


Fotografia

 

Abstract in italiano

Con il presente contributo l’A. intende inaugurare nelle ricerche relative alla figura di Angela Merici un nuovo campo di studio ed incominciare a mostrare il carattere di biblicità degli scritti della Santa: La Regola, I Ricordi e Il Testamento. Tale biblicità è presente non solo nelle citazioni esplicite della Sacra scrittura, ma anche e soprattutto nelle allusioni continue ad essa: il linguaggio di Angela appare di fatto impregnato di parole, espressioni, immagini e categorie di origine biblica. Dopo aver accennato alla sostanziale assenza di una tale indagine negli studi finora pubblicati, l’A. prende le mosse dalla struttura letteraria della Regola secondo il codice trivulziano e ne mostra i contatti con l’epistolario paolino. Angela inizia e conclude la Regola, ma in realtà anche i Ricordi e il Testamento, con le stesse formule utilizzate nell’epistolario paolino, invocando il Nome e presentandosi, come Paolo, «serva di Iesu Christo». Alcune espressioni abitualmente utilizzate negli scritti di Angela, come per es. «figlie e sorelle», hanno una lunga storia e vengono da lontano: dai racconti dei cicli patriarcali della Genesi al progressivo riconoscimento di Israele come figlio primogenito, dalla testimonianza su Gesù offerta nei Vangeli a quella di Paolo e degli altri apostoli. Anche un certo clima di affettuosità che trapela dagli scritti di madre suor Angela (figliole, figlioline, amate, care, carissime, amore materno etc.) si ritrova ancora nella Bibbia, in particolare nel Nuovo Testamento, non solo nel Vangelo di Giovanni e nelle lettere di Paolo, ma anche nella Prima lettera di Giovanni. Il carattere di biblicità degli scritti di Angela aiuta a comprendere meglio e ad accettare anche al giorno d’oggi espressioni sorprendenti o addirittura contraddittorie, come quella che definisce le orsoline come «separate dal mondo».
D’altra parte, espressioni forse d’uso corrente ed un po’ logore, come «unite per servire» o «spose del Figlio di Dio», riacquistano, alla luce dell’ispirazione nettamente biblica che le producono, significati nuovi e illuminanti. In un’epoca in cui leggere la Bibbia cominciava a divenire problematico per le crescenti polemiche con la grande riforma luterana, Angela risente ancora della spiritualità biblica di origine patristica e medievale, probabilmente mediata dal frequente contatto con i movimenti pauperistici operanti nel suo tempo. Le parole degli scritti di Angela e soprattutto i concetti ad esse sottese sono indubitabilmente di origine biblica ed è certamente questa una ragione non secondaria della loro attualità e freschezza, così incisiva per i nostri tempi.



| 29 gennaio 2013 | Italiano