18 aprile 2024 - 14:03     Stampa    Italiano English Francais

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Orsoline di San Carlo - Milano
Non sono stata io, non siamo state noi

La rappresentazione teatrale sulla vita di S. Angela è stata realizzata da alcune studentesse del Collegio Universitario Paolo VI per il diritto allo studio dell’Università Cattolica di Milano, via A. Verga 9. Le suore Orsoline di S. Carlo sono presenti con una piccola comunità e si occupano della direzione e dell’animazione spirituale del Collegio. Il Collegio ha un progetto educativo (secondo le intuizioni di P. Gemelli) che le Orsoline cercano di attuare con la partecipazione attiva delle studentesse.
Premetto alla relazione di Annalisa Cavolo un piccolo episodio. Mi complimentavo con Carlotta per l’ottima riuscita: erano come trasformate rispetto alle prove, la “bella” risultava incredibilmente naturale; forse la presenza del pubblico aveva motivato e sostenuto l’’impresa? “No – risponde Carlotta – c’era Qualcosa d’altro”.
È vero c’era Qualcun Altro che ha permesso a tutti, una vera esperienza spirituale. Non a caso il canto “Vieni Spirito, forza d’amore nel mio cuore, fammi rinascere, Signore, Spirito…”, attestando il vero Autore di tutto, ha introdotto e accompagnato la festa.


Fotografia

 

Festa di Sant'Angela 2013 al collegio universitario Paolo VI
Per il collegio Paolo VI le celebrazioni in onore di Sant'Angela non sono certo una novità, eppure quest’anno quello che tutte noi collegiali abbiamo realizzato è riuscito a stupire l’intera platea. E’ di platea infatti che si può parlare proprio perché è stata portata in scena una rappresentazione, una libera reinterpretazione, della vita della santa di Desenzano. Il 3 febbraio infatti il salone del Paolo VI è diventato per un pomeriggio un piccolo teatro dove un buon numero di ragazze si è esibito cantando, ballando e recitando.
Il 16 gennaio viene creato in collegio un gruppo di lavoro contraddistinto da un nome tanto semplice quanto simbolico: il Soffio. Un soffio leggero e impercettibile come solo qualcosa di appena nato può essere, ma anche il soffio forte e deciso dello Spirito Santo che ha vegliato e guidato la nostra piccola compagnia. Realizzare lo spettacolo è stata una corsa contro il tempo e contro gli impegni, eppure nell'arco di sole due settimane è stata messa in scena una rappresentazione emozionante. L’intento era semplice e chiaro: parlare di Sant'Angela, della sua spiritualità, con una spontaneità nuova, fresca e capace di essere attuale. Ognuna ha aggiunto del suo, qualcuna ha messo al servizio delle altre delle competenze già acquisite nel tempo, tante si sono lanciate nell'impresa reinventandosi in nuovi ruoli mai esplorati.
Se è stato possibile prendere un gruppo di persone volenterose e trasformarlo in un coro, in una dolce e sgangherata compagnia teatrale e in un piccolo corpo di ballo, bisogna anche ringraziare l’autrice e regista Chiara Stoppa e Dario La Fauci, maestro del coro. Entrambi sono riusciti con soli due incontri di gruppo a fare un enorme lavoro. Chiara si è trovata davanti persone con un livello di esperienza nel campo della recitazione che oscillava tra "è la prima volta che faccio una cosa simile" e "sono abituata a recitare" eppure dal risultato finale non si direbbe che il punto di partenza presentasse queste divergenze così ampie. Similmente il maestro Dario ha educato al canto voci più o meno intonate, facendo cantare un intero coro all'unisono, ma anche sperimentando doppie voci eseguite dalle ragazze non senza sforzo e con grande soddisfazione.
Tutta la stanchezza e tutte le difficoltà sono però svanite il 3 febbraio quando le note eseguite al pianoforte da Anna Giulia Caragli hanno dato il via alla resa dei conti. Un gruppo di donne, di popolane, intente a chiacchierare tra di loro e un coro attento ad aspettare l’attacco per il primo canto. Dodici rintocchi di campana, un ultimo respiro per scaricare l’ansia e poi dritte per tutta la durata dello spettacolo. Una narratrice cerca di raccontare al pubblico la vita straordinaria di Angela, una bambina speciale, una ragazza che capisce di dover fare qualcosa in più, una donna in grado di prendere scelte decisive, ma viene continuamente disturbata dai pettegolezzi delle popolane che cercano a modo loro di ricordare le tappe fondamentali della vita della santa, alternando momenti intensi a situazioni in cui viene dato libero sfogo al pettegolezzo di paese anche se la materia in questione ha già odore di santità. Ad intervallare e completare il racconto della narratrice e delle donne sopraggiungono, a tema, i canti del coro. Anche le coreografie portate in scena hanno il compito di rendere più tangibile il messaggio e l’esempio di Sant'Angela. Luisa Campagnolo nel suo assolo eseguito quasi in apertura della rappresentazione esprime proprio la forza dello Spirito che arriva dall'alto, mentre al corpo di ballo spetta il compito tanto arduo quanto ben eseguito di portare in scena le guerre che attraversano l’esistenza di Angela. E’ solo alla fine dello spettacolo, che potremmo definire quasi un musical, che viene svelata l’identità della santa, presente tra le donne sin dalle prime battute, quando dopo il racconto della fondazione della Compagnia delle Orsoline viene intonato “Sorelle mie…”
Le ultime parole dell’intera rappresentazione pronunciate da Carlotta Raimondo, nel ruolo di Angela, sono tratte da uno scritto di Edith Stein per M. Ursula. " Piccoli fiori, offrirli ogni giorno con mano materna, al Figlio di Dio" sono sia quelli che abbiamo offerto nel tempo necessario alla preparazione dello spettacolo, ma anche quelli che materialmente sono stati portati in scena durante il finale. Le parole della Stein tra l’altro sono state regalate a tutti gli ospiti presenti alla festa su un cartoncino che, speriamo, possa servire da monito e da invito per tutti.
Dopo i meritatissimi applausi di un pubblico realmente soddisfatto i festeggiamenti non potevano che procedere con la santa messa. La celebrazione è stata presieduta da padre Luigi Cavagna, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, da padre Marco Salvioli, assistente spirituale del collegio Paolo VI, da padre Enzo Viscardi e don Serafino. L’omelia pronunciata da padre Luigi ha voluto porre l’accento sull'eccezionalità della figura di Sant'Angela ma allo stesso tempo sul suo saldo e inscindibile rapporto con la nostra esistenza. Scegliere la vita di collegio, dice padre Luigi, è scegliere comunque di vivere in una comunità per formarci come persone inserite in una società, realizzare parte dei nostri progetti. Non sono mancati i complimenti sinceri per la rappresentazione al punto che è stata espressa la volontà di rendere disponibile sul sito web del Centro Pastorale dell’Università Cattolica il video dello spettacolo.
Dopo la rappresentazione e dopo la sacra celebrazione è arrivato anche il "profano buffet", momento conviviale che ha chiuso in bellezza e in allegria un pomeriggio intenso e pieno di emozioni.
Se da una parte speriamo che nel cuore di tutte le persone che hanno partecipato ai festeggiamenti possa rimanere vivo l’esempio di sant'Angela, possiamo affermare con certezza quello che resterà nei cuori del gruppo "Il Soffio". Non è certamente la stanchezza delle prove, lo sforzo di impegnarsi in un’esperienza nuova, un po’ di sana e naturale vergogna e la paura di sbagliare. Quello che resterà è l’emozione della sala semibuia illuminata solo da un potente occhio di bue, la gioia di aver fatto tutto per il meglio e la soddisfazione per gli applausi calorosi. Soprattutto resteranno per sempre nei nostri cuori le risate durante le prove, quando dopo una giornata di studio tutti i pensieri venivano spazzati via da una battuta in compagnia che puntualmente interrompeva in maniera gioiosa lo svolgimento dei lavori, e i legami nati o consolidati grazie alla realizzazione dello spettacolo.
A ognuno la festa di sant'Angela ha lasciato un ricordo particolare, ognuno porterà qualcosa nel cuore, sperando che questo segno possa essere sempre manifestato "con stupenda forza di salvezza in tutto il mondo".
Annalisa Cavolo, "Paolina" al II anno di Lettere moderne





 

| 10 maggio 2013 | Italiano