Daria Klich
Le Orsoline sono arrivate in Polonia relativamente tardi, solo nel 1857, mentre nel XVII e XVIII secolo fiorivano già dei conventi di Orsoline non solo in Francia, ma anche nell’Europa Centrale. La loro linea genealogica si presenta così: Liegi, della Congregazione di Bordeaux, Praga (1655), Vienna (1660), Presburgo-Bratislava (nel 1676 sono venute una suora da Liegi, due da Colonia, tre da Vienna), e infine il convento delle Orsoline tedesche di Breslau-Wrocław (1686) da cui nel 1857 sono partite alcune religiose per fondare il primo convento polacco a Poznan. Le Orsoline polacche sono dunque nate dalla Congregazione di Bordeaux. Esse hanno dei legami di parentela stretta con la Francia, il Belgio, l’Austria e la Slovacchia.
L’evoluzione delle Orsoline in Polonia è marcata singolarmente dal destino del nostro paese, situato alla frontiera dell’Est e dell’Ovest. È questo destino che tesse tutta la loro storia.
Quando nel 1857 alcune religiose di origine polacca del convento tedesco di Breslau sono partite per fondare il primo monastero polacco a Poznan, esse non si recavano in un paese libero: da diversi anni, la Polonia non figurava più sulla carta d’Europa, perché tre grandi potenze si erano suddivise il suo territorio. A quell’epoca, il nostro paese mancava di istituti religiosi per l’educazione della gioventù femminile. I genitori delle piccole collegiali di Wrocław, constatando i felici risultati dell’educazione delle Orsoline, pensavano dunque di fondare una scuola analoga a Poznan, nella zona di occupazione prussiana, desiderando per le loro figlie un’educazione religiosa e polacca.
La fondatrice, sr Bernarda Morawska (27 anni), religiosa polacca, con altre due religiose e quattro aspiranti, anch’esse polacche, nella scuola delle Orsoline di Wrocław ottennero il certificato di istitutrici. La famiglia Morawski, di Sr Bernarda, diede un valido aiuto per acquistare l’edificio conveniente per il convento e la scuola. Presto le Orsoline aprirono una scuola elementare gratuita e una scuola detta “superiore” a pagamento con il collegio, due anni più tardi una scuola per gli insegnanti.
A Poznan le Orsoline hanno fatto un lavoro da promotrici. Occorreva creare un programma scolastico polacco, contro gli attacchi di un germanismo conquistatore. Occorreva creare nuovi manuali in lingua polacca, trovare dei professori, cercare dei metodi. Occorreva sormontare difficoltà materiali e organizzare la vita religiosa, che doveva corrispondere alle necessità della società polacca.
I frutti di tanti sacrifici non hanno tardato a comparire. Le bambine affluivano, ed anche le vocazioni religiose. Nel 1868 si poteva fondare un secondo monastero a Gniezno.
Le scuole delle Orsoline erano private, ma grazie all’autorizzazione del Ministero, possedevano tutti i diritti di un istituto pubblico. Le suore tenevano a un buon livello d’apprendimento a scuola, perciò erano in contatto con il convento di Blois. Abitualmente una suora francese soggiornava a Poznan come insegnante di francese.
Le Orsoline, fin dall’inizio, hanno dovuto lottare per assicurare il carattere religioso e nazionale delle loro scuole. L’azione della germanizzazione prussiana – la Kulturkampf – ha messo fine all’attività educatrice delle Orsoline. La cosiddetta “lotta per la cultura”, condotta da Bismarck con una tenace brutalità, mirava prima di tutto alla subordinazione della Chiesa allo Stato, così come alla germanizzazione della popolazione dei territori polacchi occupati dai Prussiani. In Polonia, religione e patriottismo facevano sempre lega insieme.
Proprio per questo motivo, diciotto anni dopo la loro installazione, le Orsoline di Poznan e Gniezno sono state espulse dalla zona di occupazione tedesca. Esse hanno dovuto cercare rifugio sui terreni occupati dall’Austria, che lasciava più libertà ai Polacchi.
Il convento di Poznan nel 1875 si è trasferito a Cracovia, mentre quello di Gniezno si è fissato a Tarnów due anni dopo. In queste due città le Orsoline hanno creato grandi istituti scolastici, simili a quelli di Poznan e Gniezno e concepiti sullo stesso modello di tutti i conventi di Orsoline dell’epoca: essi comprendevano una scuola primaria e secondaria con il loro collegio, e una scuola gratuita per le bambine povere della città. La vita riprese e le Orsoline conobbero una certa prosperità.
Verso il 1900 le Orsoline hanno risposto con un rifiuto alla proposta di entrare nell’Unione Romana. La situazione molto particolare in cui si trovavano spiega questo rifiuto: siccome il loro numero non era ancora sufficiente per formare una provincia, esse avrebbero dovuto essere incorporate alla provincia d’Austria e mandare le loro postulanti a fare il noviziato in tedesco. Ora, le Orsoline polacche avevano lottato per poter dare alle loro allieve un’istruzione nella loro lingua ed erano state espulse proprio per questa ragione (Cracovia e Tarnów si trovavano sempre sotto l’occupazione austriaca). Nel clima di tensione e di patriottismo ardente che regnava allora in Polonia, la cosa pareva impensabile e tutta la popolazione, soprattutto le alunne e i genitori, non l’avrebbe accettata; i conventi polacchi continuarono perciò ad essere monasteri autonomi.
Però a poco a poco il numero delle religiose è aumentato e si sono potute progettare nuove fondazioni. I quarant’anni che separano l’installazione delle Orsoline a Cracovia e Tarnów dalla prima guerra mondiale costituiscono un’epoca di crescita e di consolidamento; la comunità di Tarnów ha fondato quattro nuove case con le loro scuole, mentre la casa di Cracovia dava vita alla fondazione a San Pietroburgo in Russia. Ne fu superiora Madre Orsola Ledóchowska (canonizzata nel 2003). I conventi polacchi si popolarono da allora di ferventi religiose e dovunque le scuole divennero fiorenti. Con l’apertura delle scuole secondarie, crescevano le esigenze concernenti la preparazione delle insegnanti. In quell’epoca, quando pochissime erano ancora le donne che studiavano all’Università, tre Orsoline del convento di Kołomyja sono state iscritte all’Università di Leopoli dal secondo semestre dell’anno accademico 1904/1905. Tra di loro c’era M. Cecilia Łubieńska che, nel 1909, ha conseguito il dottorato di storia alla facoltà di filosofia di quell’Università .
L’Unione delle Orsoline di Polonia (1919-1936)
Dopo la prima guerra mondiale, nel 1918 il trattato di Versailles ha proclamato l’indipendenza della Polonia; e questo ha cambiato radicalmente la vita delle Orsoline ed ha aperto un nuovo capitolo della loro storia. Il governo e la Chiesa incoraggiavano le Orsoline a fondare nuove scuole. Ma siccome le case particolari non potevano fare nuove fondazioni da sole, nel 1919 le Orsoline, per meglio rispondere alle necessità del paese, hanno deciso di fondare l’Unione delle Orsoline Polacche. C’erano allora sei conventi di Orsoline nella Polonia meridionale: Cracovia, Tarnów, Kołomyia, Stanisławów, Lwów (Leopoli) e Lublino. Tutti i conventi sono entrati in questa Unione, tranne il gruppo di Madre Orsola Ledóchowska, nonostante il suo grande desiderio di unirsi alle sue consorelle. Lo stile di vita che aveva adottato questo gruppo di Orsoline in seguito alle condizioni speciali, in cui si trovavano in Russia e Scandinavia, così come l’apostolato molto diverso che esse volevano continuare a svolgere, al momento stesso in cui le case polacche introducevano una certa uniformità, tutto questo ha reso impossibile il loro ingresso nell’Unione. Madre Orsola ne ha molto sofferto, prima di scoprire che attraverso questa sofferenza Dio la preparava al suo compito di fondatrice di un nuovo ramo di Orsoline: le Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante.
Nei vent’anni trascorsi tra le due guerre, le fondazioni di Orsoline si moltiplicarono. Nel 1936 l’Unione delle Orsoline Polacche riuniva venti case, di cui dodici possedevano importanti istituti scolastici con scuole primarie, secondarie, magistrali e tecniche.
Il lavoro delle Orsoline era apprezzato dalle allieve e dai loro genitori, così come dalle autorità amministrative. Gli ispettori hanno trovato che si realizzava il motto “Dio e Patria”, insegnando alle ragazze i principi religiosi e patriottici e formando dei caratteri forti moralmente, amanti della verità e del lavoro.
Sotto il governo di Madre Cecilia Lubienska, seconda Priora Generale, il dinamismo apostolico delle Orsoline si è sviluppato ancora e le loro scuole avevano la reputazione di essere le migliori nel paese. È Madre Cecilia che ha aperto a Cracovia una casa di studi per le nostre Juniores che studiavano all’Università (1926) e ha organizzato i primi Corsi superiori di Catechesi, aperti alle religiose di tutte le Congregazioni ed anche ai laici, per assicurare una formazione teologica alle nostre giovani suore.
È lei che ha intrapreso con tenacia infaticabile un lavoro di ricerca storica di documenti riguardanti Sant’Angela e gli inizi dell’Istituto. È ancora Madre Cecilia che nel 1932 ha ritrovato nella Biblioteca Queriniana, a Brescia, la “Regola della nova Compagnia di Santa Orsola di Brescia, per la quale si vede come si habbiano a governar le vergini di detta Compagnia accioché vivendo christianamente possino doppo la lor morte fruir i beni di vita eterna”: la prima Regola stampata nel 1569 da Damiano Turlino. L’ha pubblicata nella versione originale e in traduzione polacca, restituendo così la Regola di Sant’Angela al patrimonio delle Orsoline.
La sua opera “Swieta Aniela Merici i jej Dzieło” [S. Angela Merici e la sua opera] I. Ojczyzna sw. Anieli i jej zycie [La Patria di S. Angela e la sua vita], scritta quasi alla vigilia della seconda guerra mondiale, ha introdotto l’argomento mericiano sulla strada delle ricerche scientifiche. È rimasta però sconosciuta fuori delle frontiere polacche, e il primo dopoguerra non era il periodo più favorevole per affrontare traduzioni e pubblicazioni. Così non ebbe più luogo nemmeno quella in italiano che era stata progettata, mentre la morte prematura aveva impedito a Madre Cecilia di procedere alla stesura del secondo volume.
Madre Cecilia ha aperto anche alle Orsoline polacche il campo dell’apostolato missionario, fondando nel 1928 la casa di Harbin in Manciuria per le giovani russe cattoliche di rito bizantino, orientale (la missione di Harbin sarà soppressa nel 1949).
L’aggregazione all’Unione Romana e la seconda guerra mondiale
È ancora Madre Cecilia che ha condotto l’Unione Polacca all’Unione Romana nel 1936, con venti case molto dinamiche e 500 religiose, ventotto scuole e 106 religiose insegnanti. È stata nominata Provinciale della nuova provincia di Polonia, ma non ha esercitato questa carica che per un anno, fino alla morte avvenuta nel 1937.
La Polonia in quanto nazione indipendente è vissuta solo per vent’anni. Il 1° settembre 1939 è scoppiata la seconda guerra mondiale. Il pericolo è venuto dall’Ovest e dall’Est: dai Tedeschi e dai Russi. Le suore furono espulse dalla maggior parte delle scuole; tutte le scuole, tranne la scuola primaria di Cracovia, furono chiuse e l’educazione fu proibita. Gli edifici furono occupati dai Tedeschi. Le religiose, esse stesse in pericolo in questi anni d’incubo, concentrarono tuttavia tutte le loro energie per aiutare la popolazione: si aprirono dovunque, nella misura del possibile, posti di ristoro in cui si distribuiva minestra calda ai rifugiati. Un gran numero di giovani poterono terminare la loro istruzione primaria o secondaria grazie ai corsi di studio clandestini organizzati dalle Orsoline, nonostante i rischi che comportava una tale attività.
In questi anni due religiose polacche hanno subito il martirio per aver resistito a dei soldati russi che volevano violentarle. Un’altra religiosa è morta martire nel campo di concentramento di Auschwitz: la beata Sr Klemensa Staszewska. Come la priora del convento di Rokiciny, ella è stata arrestata a causa dell’aiuto portato ai rifugiati, agli Ebrei e ai Polacchi. È stata beatificata da Giovanni Paolo II insieme con Natalia Tułasiewicz, ex allieva ed insegnante di letteratura nella nostra scuola di Poznan.
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