Anna Kurz
Parlerò della diffusione delle Orsoline nel territorio di lingua tedesca, ma prima vorrei rivolgere l’attenzione sulla situazione attuale del mio convento.
Le Orsoline sono venute a Graz da Vienna. Già a partire dal 1660 a Graz ci si diede da fare per trovare una sede alle Orsoline onde poter impartire alle giovani un’istruzione migliore. I cittadini di Graz promisero aiuti finanziari e, di fatto, come spesso succede, le promesse rimasero tali. Ma il convento di Vienna decise ugualmente di partire con il progetto. Cito Zapletal Josef, che scrisse un libro sui primi cento anni delle Orsoline di Graz in occasione del bicentenario nel 1886: «II periodo delle Guerre turche non è stato favorevole alla fondazione di monasteri, che venivano severamente controllati dalle autorità. Il consenso da parte della Corte imperiale tardava a venire, e lettere di richiesta all’Imperatore, all’Imperatrice ed all’imperatrice vedova come pure il sostentamento da parte dei confessori imperiali, che erano gesuiti, non servirono a niente».
Il presidente della Regione, conte Giorgio Federico Monsperg, infine si rivolse di persona alla Corte: l’istituto sarebbe necessario per la città, poiché i figli della nobiltà, per ottenere una educazione confacente, dovevano spostarsi in altre città. Sembra che sia stato poi l’Imperatore da solo - senza attendere il parere dei suoi pubblici ufficiali - a dare il consenso alle Orsoline di prendere sede a Graz, sempre se lo potevano fare con mezzi propri.
L’allora parroco della città ringraziò Dio in una lettera (e cito ancora dal libro di Zapletal) «che finalmente aveva avuto pietà dei grazesi ed aveva fatto loro la grazia di questo Monastero. La maggiore e più nobile parte della città si felicita di questo insediamento».
Finalmente il 24 giugno 1686 quattro sorelle di Vienna venivano accolte da dame della nobiltà e condotte in una casa che era stata loro messa a disposizione da un cittadino per i primi tre anni. Alcuni giorni più tardi venivano raggiunte da tre sorelle del convento di Gorizia. Già il 24 luglio le sorelle inaugurarono una scuola, ma le richieste erano talmente numerose che ancora lo stesso anno dovettero traslocare in una casa più grande. Poiché nella nuova casa c’era anche più posto, vennero raggiunte da una sorella di Klagenfurt e ancora due di Vienna.
Si insegnava: religione, tedesco, latino, leggere, scrivere, lavori a mano (fare a maglia, ricamare, cucire), ballare, il francese e, dopo un po’, vi si aggiunsero anche l’aritmetica, la musica, il teatro e l’equitazione. Il periodo aureo, in quanto al numero di sorelle, lo troviamo all’inizio del 18° secolo con circa 70 unità. Alle sorelle è riuscito di adeguare l’insegnamento nelle loro scuole ai fabbisogni del tempo e a mantenerle sempre aggiornate.
Nel 1900 si trasferirono nella casa che tuttora è sede del convento.
Attualmente a Graz vivono 17 sorelle, un quarto di queste hanno la mia età. Abbiamo un asilo, una scuola elementare, una scuola media e il liceo. Solo quattro delle sorelle lavorano come insegnanti, una collabora in segreteria.
Come in molti altri conventi della Federazione di lingua tedesca anche da noi, già da molti anni, non ci sono state nuove entrate, ma ciononostante vediamo la situazione in maniera positiva. Una crisi è sempre anche l’opportunità per cominciare da capo, e così stiamo valutando nuove vie e nuovi modi.
Io mi sto occupando da poco della storia delle Orsoline nel territorio di lingua tedesca, poiché sto scrivendo una tesi sulla storia delle Orsoline di Graz. Per questo non sono un’esperta come molti altri relatori qui, spero di poter ugualmente rendere un’idea dello sviluppo.
Cosa dunque stava all’origine di tutti i conventi delle Orsoline nel territorio di lingua tedesca?
Chi prese l’iniziativa per la prima fondazione?
Dove sta lo spunto per il lavoro di numerosissime donne e delle loro collaboratrici/dei loro collaboratori nel passare dei secoli?
Da Liegi a Colonia
Veramente l’inizio lo troviamo in Belgio, a Liegi. Nel 1614 il coadiutore del vescovo di Liegi, mons. Strecheus, vi fondò un insediamento sul modello delle Orsoline congregate di Milano. Da Liegi si giunse quindi alla fondazione del monastero di Colonia.
È impensabile parlare delle origini delle Orsoline nel territorio di lingua tedesca senza ricordare madre Augustina di Heers, la fondatrice del primo convento tedesco delle Orsoline.
Madre Augustina era originaria della Fiandra ed entrò nel convento delle Orsoline di Liegi nel 1623. Liegi a quel tempo apparteneva già all’osservanza di Bordeaux. Già da sorella giovane, madre Augustina aveva il desiderio di andare a Colonia per insegnare e per fondarvi un convento nel luogo del martirio di Santa Orsola. Inoltre la Germania soffriva dei postumi della guerra dei trent’anni e aveva raggiunto un livello minimo dal punto di vista morale e religioso. Questo naturalmente costituiva una grande sfida per una giovane donna come madre Augustina. Anche se era la superiora del convento di Liegi, Augustina abbandonò Liegi il 3 novembre 1639 con due consorelle e una domestica che parlava tedesco. Arrivarono a Colonia l’otto novembre, e già il giorno seguente le sorelle iniziarono con l’insegnamento.
I primi dieci anni di Colonia furono caratterizzati da grandi difficoltà: non si otteneva un certificato di residenza permanente, non si poteva acquistare proprietà, non si poteva istituire una clausura o ammettere novizie. Nonostante tutte le contrarietà, madre Augustina non perse d’occhio il suo progetto e pose la base per un gran numero di altre fondazioni.
Della fine della sua vita sappiamo poco. Sicuro è che morì di peste nell’aprile del 1666.
Altre fondazioni
Non solo Colonia, anche Vienna (1660) e Düren (1681) erano fondazioni dirette da Liegi.
A queste si aggiunsero la fondazione dell’osservanza di Parigi partendo da Macon (1515), così a Erfurt nel 1667, come pure, nel 19° secolo, quei conventi che vennero fondati dalla congregazione di Tildonk.
Fino alla metà del 18° secolo erano stati fondati venticinque insediamenti, tra cui, per esempio, Praga, Hermannstadt e Breslavia. Sarebbe troppo in quest’ambito seguire dettagliatamente le tracce di tutte le fondazioni, per cui ho preparato una carta sinottica.
Ogni nuova fondazione era accompagnata dall’apertura di una scuola per ragazze, le più con annesso collegio, inoltre esistevano sempre anche scuole esterne.
Specialmente nei primi anni della diffusione si vedeva nell’attività educativa delle Orsoline, oltre all’insegnamento religioso, anche un importante strumento contro-riformista per il rafforzamento del cattolicesimo. Perciò erano spesso i sovrani cattolici o i vescovi del luogo la forza motrice per le nuove fondazioni.
Secolarizzazione.
Dopo questo periodo aureo con molte nuove fondazioni, anche oltre i confini d’Europa, a partire dalla metà del 18° secolo, in ambito europeo, ci furono alcuni eventi che temporaneamente bloccarono la rapida diffusione dell’Ordine.
Con l’avvento dell’illuminismo iniziò il periodo del cosiddetto giuseppinismo, una forma di assolutismo illuminato diffusasi in Austria e nei paesi che appartenevano all’impero. Negli anni fra il 1780 e il 1790, sotto l’imperatore Giuseppe II, la Chiesa cattolica veniva completamente sottoposta allo Stato. Ne seguì un’ondata di secolarizzazione: le proprietà ecclesiastiche vennero confiscate e quegli Ordini che non si occupavano della sanità, vennero sciolti.
Però le Orsoline in Austria godevano di una posizione particolare, che era da attribuirsi al fatto che l’Ordine delle Orsoline quasi sempre agiva su volere della nobiltà. Molte signorine nobili avevano avuto la loro istruzione dalle Orsoline, molte delle sorelle stesse venivano da casate nobili. Del mio convento a Graz posso raccontare che la regina Maria Teresa, madre di Giuseppe II, era stata a fare visita al nostro convento alcune volte, anche in compagnia del figlio. Così il figlio non poteva sciogliere un Ordine che stava sotto la protezione della madre!
Nel territorio tedesco meridionale a partire dal 1802 gli effetti della secolarizzazione e il governo dei francesi portarono a gravi tensioni. Cito dal libro di suor Brigitte Werr: «Grazie alla stima che gode il loro lavoro educativo, la maggioranza dei conventi delle Orsoline può continuare l’attività scolastica. Il divieto di ammettere nuovi membri però a lungo andare compromette l’attività pedagogica e comporta gravi oneri economici. A questo si aggiunge, che non è più permesso condurre vita religiosa all’esterno, e ciò comporta anche tensioni all’interno».
Appena dopo il 1815 si ebbe una distensione, che permetteva anche nuove fondazioni. Con la formazione di maestre elementari le Orsoline ottennero anche influenza su larghi strati della popolazione semplice.
Lotta fra Stato e Chiesa in Prussia.
Un brutto periodo le Orsoline lo passarono nei territori settentrionali appartenenti alla Prussia nel periodo seguente l’illuminismo, cioè il periodo di lotta fra la Chiesa cattolica e lo Stato negli anni fra il 1871 e il 1887. A capo di questa lotta stava il cancelliere del Reich Otto di Bismarck. La maggior parte delle sorelle dovette abbandonare la Germania nel 1875, perché la loro attività pedagogica sarebbe stata un impedimento per uno sviluppo culturale. Le sorelle si recarono in vari paesi europei e anche extraeuropei. In tale contesto si ebbero nuove fondazioni, per esempio nei Paesi bassi, in Belgio, Inghilterra, America e Australia.
Gli anni che seguirono questa lotta furono di nuovo caratterizzati da un’atmosfera di ottimismo. Le sorelle sembravano instancabili nel cominciare tutto da capo, nel loro impegno per le comunità e in particolare nell’istruzione superiore che impartivano alle ragazze loro affidate. «Le Orsoline a quel tempo presero viva parte alle riforme scolastiche avviate, e le sorelle furono tra le prime studentesse alle Università».
Il periodo della dittatura nazional-socialista sotto Hitler dal 1933 (dal 1938 in Austria) al 1945.
Un’enorme crisi si ebbe nel periodo tra il 1933 e il 1945. In Austria incominciò con l’annessione da parte di Hitler il 12 marzo 1938.
Il Concordato del Reich del luglio 1933 venne abilmente usato dal regime per la propria propaganda. Sia la Chiesa cattolica che quella protestante della Germania avevano dapprima preso le distanze dal nuovo regime e dalla sua ideologia, e sono divenute man mano sempre più contrarie. La Conferenza episcopale di Fulda dichiarò già decisamente nel 1931 che il nazismo «stava in brusco contrasto con le verità del Cristianesimo e […] della Chiesa cattolica». Poiché allora il cattolicesimo politico aveva ancora un ruolo importante nel partito di centro e nel partito popolare della Baviera, era anche un fattore di potere, «per cui Hitler vide nel cattolicesimo politico un avversario pericoloso per il raggiungimento dei suoi scopi. Per eliminarlo completamente volle a tutti i costi che nel concordato venisse inserito un articolo che proibiva l’attività politica a preti e membri di un Ordine».
In tal modo la Chiesa sarebbe dovuta essere in gran parte esclusa dal settore pubblico, limitando la sua attività all’ambito pastorale-religioso. Indipendentemente da come vengano valutati il Concordato e i suoi effetti dagli storici odierni, è un dato di fatto che sia i cristiani cattolici che i protestanti ebbero a soffrire sotto il regime nazista. Questo vale in particolar modo per gli Ordini che vivevano per così dire un cristianesimo organizzato, una forma che era decisamente sospetta ai nazisti.
Nel 1938 il conflitto esplose sia in Germania sia sul territorio dell’ora annessa Austria. Le scuole delle Orsoline vennero chiuse e trasformate in scuole pubbliche. Molti conventi perdettero le loro case e i loro membri furono costretti a fuggire.
Alcune poterono usufruire della rete interna dell’Ordine e trovarono rifugio nella Svizzera neutrale o in Belgio, dove erano abbastanza sicure dai nazisti. Altre rimasero nel loro paese ma furono però costrette a sospendere le loro attività e a cercarsi un’altra occupazione. Dopo la fine della guerra le Orsoline vennero cacciate dagli ex-territori tedeschi dell’Est. Questo valeva tra l’altro per Breslavia, Danzica, Freiwaldau, Liebenthal, Ratibor e Schweidnitz. Le sorelle furono costrette a trovare nuovi luoghi d’azione nella Germania occidentale.
Dopo il 1945 le sorelle cominciarono la ricostruzione.
Il periodo del dopo-guerra fino al Concilio Vaticano secondo.
Da una parte il periodo era caratterizzato dal cosiddetto miracolo economico tedesco, dall’ottimismo di tutti coloro che erano sopravvissuti all’orrore, dall’altra parte anche dalla voglia di ripresa nell’ambito della Chiesa, voglia che culminò nel Concilio Vaticano secondo. A questo si aggiunsero grandi sfide positive nel campo della formazione culturale, la nascita di nuove istituzioni pedagogiche e l’avvento di una nuova concezione dell’uomo. Le sorelle cacciate dall’Est si stabilirono in varie città occidentali: quelle di Breslavia si recarono a Bielefeld, quelle di Ratibor andarono a Offenbach, quelle di Danzica a Wipperfürth, e le sorelle di Freiwaldau si trasferirono a Hofheim.
Conventi non-confederati nell’area di lingua tedesca.
Dopo che alcuni Ordini delle Orsoline si sono riuniti nell’Ordine romano nel 1900, nel 1907 i conventi di lingua tedesca si congregarono.
Oltre alla Confederazione, in Germania esistono anche le congregazioni delle Orsoline di Calvarienberg-Ahrweiler e delle Orsoline dell’Anne de Xainctonge.
In Austria le Orsoline di Vienna, di Salisburgo e di Klagenfurt fanno parte dell’Unione romana.
La situazione oggi.
Come la Chiesa nel suo complesso, anche gli Ordini nella loro particolarità dopo il Concilio Vaticano secondo si ritennero popolo di Dio in pellegrinaggio. Oggi questa metafora, se vogliamo utilizzare una simbologia teologica, è stato sostituita piuttosto da quella di un popolo di Dio in esilio. Da uno studio degli anni novanta risulta che più del novanta percento della popolazione dell’area di lingua tedesca non è più partecipe ecclesiasticamente.
Questo rappresenta una nuova situazione storica. In genere, la società cambia e si sviluppa con maggiore rapidità della Chiesa. Ci dobbiamo confrontare con nuovi ambienti, nuovi valori e nuove tendenze. E sono proprio i giovani a non capire la lingua con la quale la Chiesa cerca di trasmettere i suoi contenuti. Dalle nostre parti gli Ordini sono in crisi. Se ritorniamo alla metafora dell’esilio, scopriamo però, che l’esilio per Israele aveva anche i suoi effetti positivi: nell’esilio Israele ha ritrovato la fede. L’esilio ci costringe a ridefinire la nostra identità. Le domande che dovremmo porci sono le seguenti: Chi siamo? Perché siamo? Da cosa siamo? Per chi siamo? .
Si tratta di ridefinire il nostro carisma originario. La carenza di nuove leve in molte comunità ha fatto sì che le scuole siano passate ad altri enti, spesso a quelli dei relativi vescovadi.
Qual è dunque il nostro compito in questi tempi, in questa concreta situazione storica?
La situazione ci costringe a porci la domanda: da cosa noi Orsoline deduciamo la nostra identità?
Viviamo in primo luogo per dirigere scuole e istruire bambini? O non si dovrebbe interpretare in maniera più ampia l’incarico datoci da Sant’Angela?
Finché le opere fiorivano e finché c’erano leve sufficienti che vi contribuivano, non è stato necessario porsi domande sull’interpretazione della spiritualità orsolina. Per il futuro invece sarà necessario discuterne e trovare forse un raggio d’azione più ampio.
Le crisi fanno male, sono però sempre anche una possibilità per un rinnovamento e un nuovo orientamento. Nello spirito del Concilio anche le costituzioni degli Ordini sono state rielaborate. Come compito centrale per le Orsoline, la linea direttrice è «l’attività apostolica nel mondo e per il mondo» . Il concetto ampio esposto è stato approvato da Roma nel 1987. Le scuole continuano a essere uno dei compiti principali delle Orsoline. Quasi tutte queste scuole oggi insegnano non solo a ragazze, ma anche a ragazzi, sono cioè coeducative. I concetti pedagogici sono molto stimati, cosa dovuta in primo luogo all’ottimo insegnamento professionale e metodologia applicata, e poi anche all’ampio lavoro educativo svolto. Purtroppo in molte sedi non ci sono più sorelle dedite all’insegnamento, perciò ci si deve chiedere: fino a quando queste scuole funzioneranno nello spirito di Santa Angela?
Da sorella relativamente giovane - nel nostro convento di Graz sono la più giovane - vedo l’attuale situazione con un po’ di preoccupazione, ma non senza speranza. È proprio la conoscenza della storia delle Orsoline a mostrarmi che le sorelle si sono trovate spesso in situazioni ben peggiori.
Quello che oggi è cambiato, è la profonda secolarizzazione e liberalizzazione della società. Con questo la domanda essenziale sul senso dell’esistenza può trovare anche altre risposte. La Chiesa ha perso il monopolio sulla via della salvezza.
Inoltre anche dentro la Chiesa ci sono molte domande irrisolte.
Se non perdiamo di vista le persone concrete, le persone con i loro problemi, le loro speranze e le loro felicità, allora il nostro lavoro non perderà mai il suo significato. Con questa consapevolezza viviamo ogni giorno, e cerchiamo nuove vie come ci ha insegnato Sant’Angela. Ogni piccolo tentativo dà alla nostra strada una nuova svolta, una nuova veduta e una nuova dinamica.
Dio c’è - è in mezzo a noi - a questo credo. Noi non facciamo il nostro lavoro, bensì il suo!
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