Il governo delle coscienze al femminile: i capitoli per i confessori della Compagnia di sant'Orsola fra ascesi, comprensione e controllo.
Gianpietro Belotti
Abstract in italiano
Recentemente in una miscellanea di documenti inerenti la Compagnia di sant’Orsola conservati nell’Archivio Storico Civico di Brescia è emerso un documento, forse unico nel suo genere, contenete le istruzioni impartite ai confessori sotto il titolo di Ordini instruttori di padri confessori de la Compagnia di santa Orsola. Si tratta di un fascicoletto manoscritto, assai deteriorato nel supporto cartaceo con un inchiostro sbiadito che ne rende problematica la lettura. Il sottotitolo reca l’accattivante motto: Ne li quali four ogni dubbio, et oppenione contraria, ogni capace, chi vorà, plenariamente sodisfatto sarà. Il titoletto della prima pagina è il seguente: Sommaria instruttione data ai Padri confessori de la Compagnia di santa Orsola.
È un manoscritto rilegato in un fascicoletto di dieci fogli, senza data ma riconducibile per carattere, grafia, lessico alla seconda metà del Cinquecento. Questa ipotesi sembrerebbe confermata anche da alcuni elementi intrinseci al testo che permetterebbero di stabilire, con ragionevole approssimazione, il lasso di tempo entro il quale può esser stato redatto. Infatti la data post quam può essere fissata con certezza dal riferimento fatto alla Bolla di Paolo III del 5 giugno 1544, ma conosciuta a Brescia solo nell’aprile del 1546. Il fatto poi che essa sia presentata come già appartenente al corpus istituzionale della Compagnia sposterebbe ulteriormente la datazione tra gli anni Cinquanta/Sessanta del secolo.
Altri elementi possono aiutare nella contestualizzazione; si nota a esempio come la riproposizione teologica di un nuovo evangelismo non contenga le tipiche finalità riformatrici, ma si mantenga nell’ambito della giustificazione della natura della Compagnia. Lo stesso dicasi per la riproposizione della polemica ‘anti eretica’, non più come esorcizzazione di un reale pericolo com’era negli scritti di Angela, quanto come riaffermazione dell’assoluta fedeltà ai precetti della Chiesa cattolica, in nome di un’adesione al nuovo credo che si va forgiando nel tridentino.
Mancano, inoltre riferimenti diretti ai canoni tridentini inerenti la confessione auricolare, anche se echi di questo dibattito si possono rintracciare nelle proposizioni sulla dispensa dalla promessa di castità, che sembrano dialogare con la riserva dei casi fissata dai canoni tridentini. In particolare si contesta che i confessori possano rimettere, direttamente o rinviando all’Ordinario, qualsiasi peccato occulto, affermando che nessuna autorità ecclesiastica ha il potere di sciogliere dal “voto” di verginità per contrarre matrimonio.
Ai fini della datazione è importante anche considerare che fra il 1546 e il 1558 la Compagnia si divide in due tronconi più impegnati a contrapporsi in contese legali che all’elaborazione dottrinale. È lecito quindi supporre che gli Ordini instruttorii siano stati redatti tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, in quel periodo di ricco di entusiasmo e di fermenti organizzativi dopo la ritrovata unità. Inoltre è difficilmente ipotizzabile che essi siano stati redatti successivamente sia per l’assenza di riferimenti diretti ai canoni tridentini, sia perché l’assunto iniziale, in cui sorprendentemente si afferma che nel governo spirituale della Compagnia i Padri devono essere subordinati alle Madri, ci pare difficilmente conciliabile con lo spirito di disciplinamento che si andava dispiegando.
Anche per quanto riguarda gli estensori del documento possiamo fare solo supposizioni. Ci sembra però da escludere che l’autore sia il Cabrino o un qualsiasi altro sacerdote, in quanto il testo è connotato psicologicamente da chi è confessato e non da chi confessa, infatti non contiene gli abituali cenni all’esperienza maturata o alla compartecipazione emozionale tendenti a guidare i comportamenti del confessore. Tutto questo ci orienta verso l’ipotesi di estensori “interni”, soprattutto verso quel gruppo di donne con incarichi direzionali, come Colonnelle o Maestre, depositarie dell’insegnamento diretto della Merici e in grado di trasmetterlo a quei gruppi di vergini di provenienza patrizia entrati dopo il 1558. Ciò non esclude contributi anche sostanziosi nella stesura o nella revisione da parte dei Padri dell’Oratorio, visto il rapporto simbiotico di direzione spirituale che si era realizzato.
L’analisi del documento è contenuta nell’articolo G. Belotti, Il “governo delle coscienze” al femminile: i capitoli per i confessori della Compagnia di sant’Orsola fra ascesi, comprensione e controllo, pubblicato nel “Periodico” di questo Centro Studi.
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