I DIALOGHI DELLE ANGELINE. 200 versi di Edith Stein per Angela Merici un ufficio drammaturgico di Antonio Fuso.
Scena Sintetica, con Antonio Fuso, offre al mondo orsolino questa drammaturgia in DVD in occasione del 485° anniversario di fondazione della Compagnia di Sant'Orsola 1535-2020.
1. Prima didascalia: ambientazione. L’azione si svolge in un Istituto Religioso delle Orsoline in una città del Nord Europa., dove vengono accolte ragazze e giovani donne che aspirano alla vita consacrata, a diventare suore. Sono accolte e guidate da una giovane suora di nome Ursula, che ha da poco accettato l’incarico della conduzione spirituale di quelle giovani aspiranti: prega con loro, divide con loro i rari momenti di serenità, sorridendo, consigliando, correggendo… E’ l’anno 1939 ed è appena scoppiata la II guerra mondiale.
2. Seconda didascalia: autore e opera: Edith Stein (Breslavia 1891 – Auschwitz 1942), filosofa tedesca, fu allieva di E.Husserl e frequentò i fenomenologi; l’incontro con Max Scheler le consentì di maturare la conversione al Cattolicesimo ( lei che discendeva da famiglia ebrea ma si dichiarava atea convinta) conversione determinata anche dalla lettura dell’autobiografia di Santa Teresa d’Avila e culminata nel Battesimo ricevuto nel 1922. I suoi acutissimi scritti filosofici ebbero vasta eco, non solo fra gli specialisti, fin dal primo saggio dedicato all’analisi fenomenologica dell’empatia. Ma fu lo studio approfondito di Tommaso d’Aquino ( con la dottrina dell’intenzionalità inserita nell’elaborazione della gnoseologia e della metafisica scolastiche) a darle fama universale. Nel 1933 entrò nel convento Carmelitano di Colonia e assunse il nome di Suor Teresa Benedetta della Croce. Morì nel campo di concentramento di Auschwitz. E’ stata canonizzata nel 1998.
Questo dialogo tra madre Ursula e Sant’Angela Merici, fu composto in occasione dell’onomastico della Madre Priora Ottilia che cadeva il 13 dicembre. Ma il tema messo in evidenza (la responsabilità nella direzione spirituale delle giovani aspiranti suore), le è stato confidato con preoccupazione dall’amica Madre Petra Bruning, superiora delle Orsoline di Dorsten. E’ a quest’ultima che fanno riferimento i versi del poemetto: è lei Madre Ursula.
3. Terza didascalia: che cosa c’è nei 200 versi?: Madre Ursula, tutte le sere, nella sua cella,si raccoglie in preghiera davanti a un’immagine di Sant’Angela Merici e le chiede consiglio sul comportamento da tenere verso coloro che bussano al suo convento perché sentono la “ chiamata” di Dio. “ Mi è permesso di consacrare la loro giovane vita, destinare il loro futuro ad una sorte così incerta?”
Colpo di teatro! Una sera l’immagine prende la parola e risponde a madre Ursula: ”Ascolta la Parola di Dio facendo ciò che a Lui piace: attendere pazienti che maturi l’ora da Lui fissata, camminare al buio così come ci conduce il soffio leggero dello Spirito e, invisibili agli sguardi degli uomini, raccogliere i fiori … e nel momento giusto per ciascuna, lo Spirito ti mostrerà quanto le è necessario e la condurrà sulla sua via”. Pazienza, perseveranza, fedeltà, segretezza e invisibilità sono i pilastri della vita consacrata. E’ una vita che “non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie”. Che è la stessa formula sulla quale è modellata la “piccola via” di Teresa di Lisieux..
ANGELA MERICI LEGGE L’INNO ALLA CARITÀ
È il frammento conclusivo di un memorabile spettacolo di Scena Sintetica: ANGELA MERICI LEGGE IL CANTICO DEI CANTICI… andato in scena nel novembre del 2006 con drammaturgia e regia di Antonio Fuso. Ogni volta che lo ascoltiamo, il nostro pensiero va alle persone care che non ci sono più. Due di esse in particolare: Maria Teresa Pezzotti e Maura Benvenuti.
Link: 200 versi di Edith Stein per Angela Merici. Un ufficio drammaturgico di Antonio Fuso
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