Relazione di sr Paola Angeli agli Amici di sant'Angela, Mericianum, Desenzano (Bs), sabato 15 marzo 2014.
Tutta la vita e l’esperienza di Angela Merici si può leggere come un continuo e ininterrotto ascolto dello Spirito Santo, che le ha rivelato a poco a poco, attraverso fatti, situazioni, persone, il misterioso disegno di Dio. Poiché ora è già nella piena comunione dei Santi, mentre noi ancora viviamo il pellegrinaggio terreno, in questo tempo di grazia quaresimale e di lotta, chiediamo allo Spirito e a lei, che la sua vita e parola ancora possa ispirarci, per vivere con speranza, credere e amare.
Come possiamo ascoltare la voce dello Spirito, che ci rivela l’amore di Dio? Come discernere la sua voce tra le tante voci? Il Santo Padre Francesco, che il Signore ci ha donato, ci sta rivelando, con gesti e parole, come il misterioso “segreto” del suo fare sia il frutto di un ascolto continuo della voce di Dio; “aspetto la sua ispirazione”, dice spesso, prima di una piccola o grande decisione.
Angela Merici ci apre la strada, e noi, come suoi “Amici” ci mettiamo in ascolto.
La particolare devozione allo Spirito Santo si rivela nella sua vita di fede, come troviamo negli Atti del Processo Ordinario per la sua Beatificazione. Il testimone Gaspare Bocca riferisce: “fu ornata delle virtù cristiane …e venendo al particolare so, che ebbe una vivissima fede, e che in essa fu sempre stabile; come scrive il Nazari. Effetto di questa fu la divozione che portava alla terza persona della santissima Trinità, cioè allo Spirito Santo…In virtù di questa stessa eroica fede, fu devotissima della passione di Gesù Cristo dalla quale devozione fu spinta a portarsi a Gerusalemme, alla vista dei luoghi santificati dalla presenza del Redentore, e dal suo sangue, e sua morte…Fu pure effetto della sua grande fede la devozione particolare che dimostrò verso il santissimo sacramento dell’altare; perché si fece terziaria…Fu anche effetto della sua grande fede quella celeste sapienza e cognizione delle cose divine, di cui fu dotata da Dio…
Continuamente pensava a Dio, e di lui parlava frequentemente, ma con parole sì fervorose, ed infuocate, che innamoravano di Dio chi l’ascoltava” .
Ed ancora si documenta che Angela fu “prevenuta da abbondanza della divina grazia, e dal lume donatogli dallo Spirito Santo…Non ebbe certamente in ciò maestri, perché assai pochi in quei tempi si trovavano, che sapessero dar conto della mistica teologia: guidolla con la sua interna mozione ed impulso lo Spirito Santo, il quale ben tosto l’ammaestrò perfettamente in tale scienza; onde ne divenne molto ben perita, e pratica, e ne riuscì una mirabilmente dotta maestra e tale poi era il fervore, da cui fu sempre accompagnata la sua orazione; che oltre il rimaner fissa, immobile come una statua, spesso tramandare fu udita infuocati gemiti, e profondi sospiri, e veduta anche frequentemente sciogliersi in lagrime di accesa compunzione” .
L’ascolto dello Spirito si rivela anche nelle sue parole:
E sopra tutto: obbedire sopra tutto ai consigli e alle ispirazioni che di continuo ci suscita nel cuore lo spirito Santo; la cui voce sentiremo tanto più chiaramente quanto più purificata e monda avremo la coscienza .
Tenete l’antica strada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo. E fate vita nuova .
E se, secondo i tempi e i bisogni, accadesse di dare nuovi ordini, o di fare diversamente qualche cosa, fatelo prudentemente e con buon giudizio,
e sempre il principal ricorso vostro sia il ricorrere ai piedi di Gesù Cristo, e lì, tutte, con tutte le vostre figliole, far caldissime orazioni. Perché così senza dubbio Gesù Cristo sarà in mezzo a voi, e vi istruirà come vero e buon maestro su ciò che dovrete fare .
Angela, come poi magistralmente Ignazio di Loyola , per dono di Dio, ci è testimone di discernimento, che è “l’arte delle arti”, l’arte di comprendere come Dio mi parla, mi comunica, mi raggiunge.
Per ascoltare la sua voce, personalmente e come comunità, occorre l’esperienza personale di essere raggiunti dalla Sua Salvezza, dall’amore di Dio e dal Suo Sguardo d’Amore su di noi, dunque dell’esperienza della purificazione del cuore.
La preghiera di Sant’Angela, al Capitolo V della Regola, è particolarmente adatta per introdurci in questa arte di purificare il cuore, perché sia attento a Dio e alle sue ispirazioni.
In questa preghiera, Angela “rovescia il cuore” davanti a Lui, nel mistero di una nudità che non nasconde la propria miseria, ma la offre, fiduciosa, al luminosissimo Volto di Cristo, perché la purifichi e la ami.
Signor mio, illumina le tenebre del mio cuore
Angela, come la peccatrice perdonata del Vangelo ha una forte esperienza della misericordia di Dio. Questo si vede lungo tutta la sua preghiera, nella quale riconosce la sua fragilità, provata da molte tentazioni, - forse anche la superbia, perché molti le chiedevano consiglio - , ma infinitamente amata da Dio.
L’immagine - icona presente alle Grezze, di Paolo Orlando, bene descrive il suo stare davanti a Dio, in umiltà e fiducia. Angela è raffigurata ai piedi del crocifisso ed è bagnata dal suo sangue. Solo chi è “lavato” ed ha sperimentato la propria miseria e piccolezza può guardare Dio e gli altri con sguardo purificato. E’ l’esperienza di Pietro, che piange dopo essere stato guardato dal Signore . Solo allora lo Spirito “insegna a noi ogni verità” . Tanto più il nostro cuore è purificato, poiché è il cuore l’organo dell’integrità, secondo la tradizione biblica, tanto più conosce.
La prima cosa che Angela chiede è quella di vedere, di illuminare le tenebre del cuore; è cosciente di non vedere, ma sa che solo davanti al Signore e con Lui può conoscersi nella verità. Nell’icona – mosaico del suo pellegrinaggio in Terra Santa , Angela è cieca, ma vede i luoghi santi con gli occhi interiori. È un’esperienza fondamentale nella vita spirituale: quando tutto crolla, e le tue sicurezze, ciò in cui confidavi, non tengono più, il Signore si fa pastore, medico e custode, guida alla salvezza. E’ l’esperienza che hanno vissuto tanti santi. Lo stesso papa Francesco ha indicato questa verità proprio nel suo stemma papale, riferito al Vangelo di Matteo, ( 9,9) Miserando atque eligendo: siccome [Cristo] lo guardò con sentimento di amore, lo scelse .
La presunzione di vedere, di essere bravi, è a volte il più grande ostacolo per conoscere veramente il Signore, mentre riconoscere di essere ciechi e gridare il nostro bisogno di aiuto e il primo passo verso la salvezza, come ci rivela Bartimeo . Allo stesso modo, ci può essere una cecità, come quella del cieco nato, “perché in lui siano manifestate le opere di Dio” .
Si tratta di cambiare sguardo: dopo l’esperienza del fallimento, della caduta dei nostri tentativi di giustificarci, della nostra religione sterile, per la quale vogliamo autosalvarci, lo sguardo del Signore è fuoco che purifica e salva. Allora cadranno dai nostri occhi le squame…e ricominceremo a vedere; le persone saranno le stesse, ma cambierà il nostro sguardo, che sarà pieno di misericordia, perché peccatori perdonati.
Il primo passo per ogni discernimento è sempre quello di chiedere, supplicare la Grazia allo Spirito di essere illuminati, di vedere.
e dammi la grazia di morire piuttosto che offendere oggi stesso la tua divina Maestà
Io ti amo Signore, ed ho paura di perderti. Il senso di colpa nasce di fronte ad una legge, ma il pentimento nasce di fronte ad una persona che amo. Angela non è preoccupata di perdere la sua vita, ma la relazione con Dio; se ti perdo, Signore, non ho più vita.
E rendi sicuri i miei affetti e i miei sensi,
Angela si rivolge al Signore. Tu sei il Re del mio cuore, tu sai che cosa lo agita, che cosa lo muove…rendi sicuri i miei affetti e i miei sensi. Scruta tu i miei sentimenti, la mia vita interiore, aiutami a conoscere i movimenti dell’anima e del cuore.
così che non deviino né a destra né a sinistra, né mi distolgano dal luminosissimo tuo volto, che fa contento ogni cuore afflitto.
Il luminosissimo Volto del Signore è il fondamento di tutto, il centro di attrazione della sua vita, di orientamento degli affetti e delle decisioni del cuore. Prima c’è lo Sguardo di Dio su di noi, che ci guarda con amore, col Volto pieno di luce. I discepoli sul Tabor vedono il Signore trasfigurato davanti a loro: “il suo volto brillò come il sole”. E’ il volto dell’amato, in cui il Padre si compiace, per questo è pieno di luce. Un autore russo, Vladimir Solov’ëv, scrive che la bellezza è la materia penetrata dalla luce, e fa l’esempio del carbone e del diamante: entrambi hanno la stessa composizione chimica, ma mentre il carbone assorbe la luce, il diamante la fa trasparire . Il luminosissimo Volto del Signore è tale perché la luce, che è l’amore del Padre, lo ha penetrato e raggiunto, tanto che si rivela trasparente, trasfigurato, vera icona della Bellezza di Dio: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” .
Durante la preghiera posso lasciarmi guardare dal Signore e lasciare che il Suo Volto bruci, scaldi, renda “morbido” il mio cuore. Charles De Foucault in una notte di adorazione, al discepolo che gli chiedeva come riuscisse a rimanere sveglio, rispondeva: “come posso dormire davanti al sole?”.
Ah! Misera me che, entrando nel segreto del mio cuore, dalla vergogna non oso alzare gli occhi al cielo;
Il cuore è lo spazio dove lo sposo e la sposa si incontrano e vivono il loro amore, lo spazio dell’intimità. Chi c’è nel mio cuore? Abita il Signore vivo, o una serie di precetti senza vita, una religione morta, sterile?
Papa Francesco a proposito del cuore, nell’omelia pronunciata a Casa Santa Marta il 7 gennaio 2014, citando l’Apostolo Giovanni dice che uno degli atteggiamenti del cristiano che vuole rimanere nel Signore è conoscere cosa succede nel proprio cuore. Per questo avverte di non prestare fede a ogni spirito, ma di mettere alla prova gli spiriti; è necessario saper discernere se una cosa ci fa rimanere nel Signore o ci allontana da Lui.
Fa eco il papa emerito Benedetto XVI: “Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?” .
Per Sant’Ignazio la prima fase del discernimento è la purificazione del cuore dalla mentalità del peccato, e porta la persona, sempre sotto la guida di un maestro-padre/madre spirituale a riconoscere qual è l’orientamento di fondo, qual è il suo epicentro, l’io o Dio, fino ad arrivare all’esperienza del perdono dei peccati e alla conversione.
Merito, infatti, di esser divorata da viva nell’inferno, poiché vedo in me tanti errori, tante bruttezze e tendenze riprovevoli, come spaventose fiere e figure mostruose
Angela vede in sé l’inclinazione al male, e la nomina senza paura, offrendola a Dio; è la tentazione che vuole ingannarci e farci perdere quello che abbiamo, per staccarci dall’amore di Dio, ma che può diventare “occasione di grazia”, per un’adesione più viva al Signore.
Sono, dunque, costretta, giorno e notte, andando, stando, operando, pensando, a confessarmene ad alta voce e a gridare verso il cielo, chiedendo misericordia e il tempo per fare penitenza
Il pentimento è l’atto con il quale desideriamo custodire il nostro amore; il vero pentimento ci fa piangere per l’amore con il quale siamo amati al di là di tutto, solo questo amore ci converte.
Degnati, o benignissimo Signore, di perdonarmi tante offese, e ogni mio fallo che abbia mai commesso fino ad ora dal giorno del santo battesimo.
Col battesimo siamo stati chiamati, immersi in una vita nuova; lì è morta una vita, e ne è nata un’altra, una storia di salvezza destinata a non finire mai.
Scrive Divo Barsotti: “Che cos’è la vita in Dio? Un puro colloquio d’amore, per il quale il Padre si comunica al Figlio e il Figlio si dona tutto al Padre nell’unità dello Spirito. Che cos’è la vita del cristiano? E’ semplicemente quella comunione d’amore in cui l’anima, come riceve tutto da Cristo, così tutto anche riporta al Cristo suo sposo…sempre, attraverso ogni evento, il Cristo si dona; in ogni istante l’uomo può ricevere l’infinito” .
Degnati di perdonare i peccati, ahimé, anche di mio padre e di mia madre, e dei miei parenti ed amici, e del mondo intero.
La preghiera di Angela, da qui si allarga all’umanità. Ogni preghiera personale è sempre universale, come l’amore; se è vero si apre al mondo.
Te ne prego per la tua sacratissima passione
e per il tuo sangue prezioso sparso per amor nostro
Signore, mi fa male, mi addolorano le mie resistenze e il mio poco amore per te, perché so che tu mi hai amato fino a dare il tuo sangue. Noi non dobbiamo essere bravi perché così va bene, ma la nostra vita è una risposta ad un Amore incondizionato. Se abbiamo vissuto l’esperienza di sentirci toccate dal suo amore, non riusciremo più a scordare il suo tocco nella nostra vita.
Perciò, Signore mio, unica vita e speranza mia,
ti prego: degnati di ricevere questo mio cuore vilissimo ed impuro,
Dopo la supplica e il riconoscimento che il Signore è l’unica vita e speranza, ecco l’offerta: ricevi o Signore. E’ il Suscipe di Sant’Ignazio, alla fine degli esercizi spirituali, ed è la preghiera di don Zefirino Agostini, sacerdote veronese: “con il tuo amore la mia vita è ricca abbastanza, né domando di più”. E’ un cuore impuro il mio, ma te lo offro. Non c’è peccato o limite o resistenza che ci allontani da Dio, se noi ci apriamo a Lui.
e di bruciare ogni suo affetto e ogni sua passione nell’ardente fornace del tuo divino amore.
L’oro si prova nel fuoco. Come posso vincere una passione piccola? Con un amore grande, insegnano i Padri della Chiesa; apri le tue ferite al fuoco, e tutto sarà bruciato nel grande fuoco dell’Amore di Dio.
Ti prego: ricevi il mio libero arbitrio,
Ricevi il mio libero arbitrio, perché so che solo tu puoi e vuoi il bene e puoi realizzarlo, dice Angela nella Regola, nel Capitolo della povertà. Vladimir Solov’ëv scrive: “Crediamo nel bene, ma sappiamo che in noi stessi il bene non c’è. Perciò dobbiamo rivolgerci al bene esistente, dobbiamo dare a Lui la nostra volontà, offrirgli un sacrificio spirituale, cioè dobbiamo rivolgergli la nostra preghiera” .
ogni atto della mia volontà, la quale da sé, infetta com’è dal peccato, non sa discernere il bene dal male
La nostra volontà è auto-affermativa, a motivo del peccato. Per questo Angela considera la “santa obbedienza” come sola vera abnegazione della propria volontà. E’ buono, quando vengono pensieri, che mi spingono a fare una o l’altra cosa, verificarli con un padre spirituale esperto, per vedere da quale spirito sono ispirati. Angela ci testimonia questa obbedienza allo Spirito e alle mediazioni di Dio.
ogni mio pensare, parlare ed operare; insomma, ogni cosa mia, tanto interiore quanto esteriore.
Tutto questo io offro ai piedi della tua divina Maestà.
E ti prego, degnati di riceverlo, benché io ne sia indegna. Amen.
Il sentimento di indegnità, di umiltà è la porta di ingresso per accogliere Dio e offrire tutto a Lui. Non prega chi non è umile. Signore ricevi tutto, perché, come ha detto Pietro al Signore, “tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene” .
La preghiera di Angela ci conduce in ginocchio, davanti al Signore, senza nascondere ciò che siamo, ma non schiacciati dai nostri peccati, ma peccatori perdonati.
Attraverso questo “battesimo” nella sua misericordia, Angela, e noi con lei, conosceremo il Signore, Misericordioso e Salvatore.
21 aprile 2014
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